23 dicembre 2025
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Il quadro sull’andamento del primo appello del semestre filtro di Medicina si è costruito fuori dai canali istituzionali, mettendo insieme due livelli di informazione diversi ma convergenti.
Da un lato, i sondaggi indipendenti promossi dagli studenti, che raccolgono voti ed esiti degli esami in molte università italiane.
Dall’altro, le ricostruzioni pubblicate dalla stampa nazionale, che hanno fatto emergere alcuni dati chiave sulle percentuali di promossi e bocciati nelle singole materie.
Fonti diverse, stesso messaggio: il primo appello è stato uno scoglio molto più alto del previsto.
Il dato più netto riguarda Fisica, indicata da più parti come l’esame più selettivo del primo appello.
Secondo quanto riportato dalla stampa, la percentuale di studenti promossi in questa materia è rimasta a una sola cifra o poco più, oscillando tra il 9 e il 17 per cento a seconda dell’ateneo.
Un risultato che aiuta a spiegare perché così tanti studenti abbiano chiuso il primo appello con un percorso incompleto. Anche chi aveva superato Chimica o Biologia si è spesso fermato davanti a Fisica, trasformandola nel vero collo di bottiglia del semestre filtro.
Fisica non è stata però l’unica materia problematica. Anche Chimica e Biologia, considerate da molti più “affrontabili”, hanno restituito esiti inferiori alle attese. Le ricostruzioni parlano di una quota molto elevata di bocciature, attorno al 70 per cento complessivo.
Questo dato è particolarmente significativo perché mostra come la difficoltà non si sia concentrata su un solo esame “killer”, ma abbia riguardato l’impianto complessivo del primo semestre. Programmi densi, tempi stretti e prove da svolgere in un solo giorno hanno messo in difficoltà anche studenti con una buona preparazione di base.
I dati del sondaggio degli studenti rafforzano questo quadro. In molte università, la media dei voti del primo appello risulta inferiore al 18, segno che anche tra chi ha superato gli esami i risultati sono spesso rimasti al limite della sufficienza.
Le combinazioni di esiti mostrano che superare tutti gli esami al primo appello è stato un caso minoritario. La situazione più frequente è stata quella di uno o due esami superati, con almeno una materia rimasta indietro.
Un altro elemento che emerge dall’incrocio delle fonti è che le difficoltà non si possono attribuire a poche sedi “più severe”.
Le percentuali basse di promossi e le medie contenute compaiono in atenei diversi per dimensione e collocazione geografica.
Questo rafforza l’idea che il problema sia strutturale: non legato a singoli corsi o docenti, ma al modello stesso del semestre filtro, che concentra una forte selezione in pochi mesi.
Guardando oggi al primo appello, mentre si attendono i risultati del secondo, una cosa appare evidente: la selezione non è rimandata alla graduatoria nazionale. È iniziata molto prima.
Già dopo il primo appello si sono delineati tre gruppi:
chi ha superato tutto
chi è rimasto in bilico
chi ha accumulato un ritardo difficile da recuperare
Il secondo appello dirà quanti sono riusciti a rientrare in gioco. Ma il messaggio del primo è stato chiaro: l’abolizione del test d’ingresso non ha reso Medicina più semplice. Ha solo spostato la selezione dentro l’università, rendendola più lunga, più faticosa e, per molti, più incerta.
È in questo contesto che arrivano oggi i risultati del secondo appello, il vero snodo del semestre filtro. Per molti studenti rappresenta l’ultima occasione per completare il semestre e rientrare in gioco in vista della graduatoria nazionale.
Al momento in cui scriviamo, non sono ancora disponibili dati aggregati sugli esiti. Nei giorni precedenti, però, tra studenti e studentesse sono circolate molte impressioni e confronti informali, soprattutto sui social e nei gruppi di studio. Il quadro che emerge da questi racconti è prudente, ma coerente con quanto visto al primo appello: prove impegnative, percentuali di superamento contenute e poche situazioni “facili”.
Naturalmente si tratta di percezioni, non di numeri. Ma il fatto che tornino con una certa costanza dice qualcosa del clima in cui si è svolto anche il secondo appello.
Se queste sensazioni troveranno conferma, il semestre filtro si chiuderà come era iniziato: con una selezione dura, distribuita su più tentativi, che rischia di lasciare scoperti alcuni dei posti disponibili. È anche per questo che, nei giorni scorsi, la Ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha aperto alla possibilità di meccanismi di recupero o ripescaggio, per consentire l’accesso anche a studenti che non abbiano raggiunto la sufficienza piena in tutti gli esami, pur avendo mostrato un percorso complessivamente adeguato.
Al momento si tratta di ipotesi e dichiarazioni di indirizzo, non di regole già definite. Ma il fatto stesso che se ne parli segnala una tensione evidente: quella tra un sistema pensato per selezionare e la necessità, concreta, di riempire tutti i posti disponibili senza snaturare il senso della riforma.
Per chi oggi scopre l’esito del secondo appello, il punto non è solo “essere dentro o fuori”, ma capire che tipo di scenario si aprirà ora: verso la graduatoria nazionale, verso un possibile recupero o verso una scelta alternativa.
Se c’è una lezione che il primo semestre filtro ha già lasciato, è che non basta “esserci”. Serve arrivare con basi solide e, soprattutto, saperle rimettere a fuoco mentre il semestre è in corso.
Le difficoltà emerse in Fisica, Chimica e Biologia mostrano quanto sia decisivo il metodo di studio: ripassare le nozioni fondamentali prima di iniziare e, durante il semestre, avere spiegazioni chiare e approfondite per sciogliere i nodi che spesso restano poco chiari a lezione.
È qui che la preparazione smette di essere solo una fase “prima” e diventa un supporto continuo. Lavorare sulle basi con strumenti strutturati, come manuali mirati e percorsi guidati, aiuta ad arrivare al semestre filtro con maggiore consapevolezza. Affiancare allo studio universitario corsi di approfondimento e spiegazioni di docenti esperti permette invece di non accumulare lacune e di affrontare gli esami con più controllo.
Il semestre filtro, ormai è evidente, non premia l’improvvisazione. Premia chi riesce a costruire e mantenere nel tempo una preparazione solida. Ed è su questo terreno, più che su un singolo appello, che si gioca davvero la partita.