Brescia, febbraio 1512. Le truppe francesi di Luigi XII invadono la città, saccheggiandola e massacrandone gli abitanti. Nel furore degli scontri, un ragazzo dodicenne è colpito da una sciabolata in pieno volto. Per le gravi lesioni subite, resterà balbuziente e sarà sempre conosciuto con il soprannome di Tartaglia.
È questo grande matematico, insieme al collega e rivale Gerolamo Cardano, il protagonista di un momento cruciale per la storia della scienza: la scoperta e la disputa intorno alla formula risolutiva per le equazioni di terzo grado, il primo vero progresso dell’algebra dopo un sonno che durava da secoli.
Nel Cinquecento, in Italia, i matematici si affrontavano in pubblici duelli, davanti a folle di spettatori, sfidandosi a risolvere problemi complessi. Dalla vittoria o dalla sconfitta dipendeva la successiva fortuna personale e scientifica dei due avversari. Secondo questa tradizione, Tartaglia e Cardano furono vividi attori – insieme a Scipione Dal Ferro, Ludovico Ferrari e ad altri comprimari – della polemica più feroce che la storia della matematica ricordi.
Fabio Toscano – nel suo maturo stile narrativo, che rende giustizia anche al fascino delle fonti dirette – ricostruisce questo episodio di acerba rivalità e di progresso scientifico: tra Brescia, Venezia, Bologna e Milano, tra successi intellettuali e povertà, giuramenti e tradimenti, astuzie e ingenuità, la storia della più grande contesa matematica dell’epoca.
Autore
Fabio Toscano, fisico teorico di formazione, è specializzato in Fondamenti e filosofia della fisica presso le università di Bologna e Urbino e in Comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Svolge attività di divulgazione scientifica per carta stampata, web e televisione. Co-presidente dell’associazione Nuova Civiltà delle Macchine, per Sironi ha pubblicato diverse biografie di scienziati, tra cui Il genio e il gentiluomo (2004) e Il fisico che visse due volte (2008).