A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, i sostenitori della teoria dell’evoluzione hanno ingaggiato una battaglia culturale che resta tutt’ora aperta: basti pensare che per la tradizione degli studi evoluzionistici inaugurata da Charles Darwin continua a mancare una collocazione definitiva nei programmi scolastici, e che troppo spesso si torna a parlare di creazionismo.
Il genetista Guido Barbujani ha scelto di rappresentare la figura di Darwin non attraverso un saggio o un pamphlet, bensì in un romanzo. Tuttavia, il suo Dilettanti è molto più di un romanzo su Charles Darwin: è un’opera sulla passione per la scienza, sui momenti in cui la ricerca è solitudine e quelli in cui è confronto, sulla volontà di conoscere e sul fardello della conoscenza; è un affresco, a tratti impietoso, della vicenda umana di un grande scienziato.
E profondamente umani, spesso inconsapevoli del proprio ruolo, sono i protagonisti dei quadri che compongono il libro e ci restituiscono sguardi diversi sulla vita di Darwin: Fitz-Roy, capitano del Beagle, il brigantino a bordo del quale Darwin circumnaviga il globo; il pittore Martens che lo accompagna in un’esplorazione in Argentina; l’allievo Joseph Hooker, con cui condivide le ansie per l’inevitabile scontro tra evoluzionisti e biblisti; e infine la moglie Emma, che ne sopporta i malumori e i misteriosi, perduranti malanni.
Il Darwin al centro delle pagine di Barbujani acquista così una dimensione letteraria che fa di questo libro un raro e apprezzato esempio di fiction scientifica.
«La scienza ha bisogno di essere ravvivata da libri che abbiano, come questo, il merito di muovere in modo legittimo fantasia e sentimento del lettore, che normalmente essa è abituata a tenere al bando.»
Luigi Luca Cavalli Sforza
Guido Barbujani, professore di genetica al dipartimento di Biologia dell’Università di Ferrara, è nato ad Adria nel 1955. Oltre a Dilettanti ha pubblicato Dopoguerra (Sironi, 2002) e Questione di razza (Mondadori, 2003).