Ciascuna delle storie raccolte in Imitazioni della vita – esordio narrativo di Luca Berta – sembra sgorgare direttamente dal contatto con un oggetto (un paio di orecchini, un frigorifero) o con un evento minimo (un sogno, un videoclip, un taglio di capelli). Ma la scrittura di Berta, ricca di una sintassi sinuosa e di una precisione acuta, non si limita a “descrivere”, a “rap-presentare” le cose: tenta piuttosto, e con successo, di mostrare come ogni dettaglio del mondo, nel momento in cui si presenta alla nostra percezione, modifichi radicalmente il nostro stesso percepire, la nostra esperienza del mondo.
Una frase detta dalla madre e una scena alla quale ha assistito casualmente in un bar cambieranno per sempre la vita di F.; una molletta caduta dalla finestra farà scoprire a Nicoletta chi è veramente la signora che abita sopra di lei; in un disperato pomeriggio bolognese un gruppo di ragazzi imparerà a conoscere il dolore della perdita.
Non c’è, a raccontarci queste storie, una voce continua, riconoscibile e rassicurante. Anche quando compare un narratore in prima persona, il punto di vista è sfuggente, trasparente fino all’invisibilità. Come se le “imitazioni della vita” fossero generate non da un soggetto umano, ma proprio dal linguaggio stesso.
Nessuna traccia, in queste Imitazioni della vita, di quella attrazione fatale (e letale) verso lo Spettacolo che rovina tanta letteratura italiana d’oggi – come se la Letteratura fosse ormai uno strumento “depotenziato”. Luca Berta è uno scrittore di Letteratura vera, che della Letteratura ama la forza conoscitiva e la potenza di verità.
Autore
Luca Berta è nato a Roma nel 1976, ma da sempre vive a Mestre. Ha pubblicato due saggi: Derrida e Artaud. Decostruzione e teatro della crudeltà (Bulzoni, 2003), e Oltre la mise en abyme. Teoria della metatestualità in letteratura e filosofia (Franco Angeli, 2006).